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Il segmento testuale Tito Speri è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 13Entità Multimediali , di cui in selezione 20 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 433

Brano: [...] 191518. La valle, che comprende il Lago d'Iseo, inizia specificatamente a nord del predetto lago e giunge, attraverso Edolo, a nordest sino a Ponte di Legno e a nordovest al Passo dell'Aprica.

In considerazione delle sue caratteristiche, il Comando tedesco aveva allestito nella media valle, all’altezza di Darfo, un vallo fortificato, con il preciso scopo di una difesa a oltranza. La zona fu teatro di operazioni della Divisione Fiamme verdi « Tito Speri », comandata dal capitano degli alpini Romolo Romàgnoli; politicamente autonoma, la formazione faceva parte del Raggruppamento Fiamme verdi « Nord Italia » comandato dal generale degli alpini Luigi Masini e si articolava in più brigate, operanti con capisaldi su entrambi i versanti deH’intera valle.

Le «■ Fiamme verdi »

Animatore delle « Fiamme verdi » (che nel nome volevano ricordare le mostrine degli alpini) era stato Gastone Franchetti. Sono inoltre da citare, tra i promotori, Teresio Olivelli (v.), cattolico fervente e intransigente antifascista, autore della « Preghiera dei ribelli[...]

[...]one, con tutti i rischi e le conseguenze che ne sarebbero derivati per la sua persona .(arrestato e percosso, tornò in libertà soltanto alla fine della guerra), don Mario Marniga (Piamborno), don Giovanni Maria Spiranti, (Ossimo Inferiore), don Giovanni Melotti (Cogno) , e infine don Giovanni Maria Rodondi (Malonno). Un’altra figura da ricordare, per il suo spiritò di abnegazione e soprattutto per quanto fece al fine di potenziare la divisione « Tito Speri » è Luigi Ercoli, morto in campo di concentramento. Egli, presso la casa dei professori Ceccoli di Brescia» aveva costituito un centro di coordinamento di tutta l’attività bresciana per la quale lavorava, e in particolar modo per i partigiani della valle Camonica.

Nell’attività clandestina, gli uomini di questa organizzazione utilizzavano come segno di riconoscimento un'immagine sacra riproducente la « Pietà » di Bartolomeo Montagna, con un’invocazione composta dai patrioti del prjmo Risorgimento.

Tra coloro che sin dall’inizio parteciparono al potenziamento della divisione si distinser[...]

[...]servizi di staffette e di assistenza Salva Gelfi, Antonia Damio

li, Agnese Menolfi, Giacomina Chiudelli, Nella Cemmi, Bettina Ceriani, Francesca Comensoli, Achilia Morandini, le sorelle Pezzucchi; Luigia, Giacomina e Antonietta Ercoli, Flaminia BianchiErcoli, Antonietta Stefanini, Antònietta Cotti, Giovanna Mazzol, Laura Taiol, Maria Don ina, Cristina Avanzini.

Durante la Resistenza la valle Camonica fu teatro di un’intensa attività della «Tito Speri », svolta attraverso una metodica azione di sabotaggio e di guerriglia che tenne permanentemente impegnati forti contingenti tedeschi ^ fascisti. Le cascine distrutte per azioni di rappresaglia tedesca e fascista nella valle ammontano a 1617, i fienili a 21. Alla fine di giugno del 1944 fu incendiata Cevo. A Cerveno fu incendiata la casa Cappellini. Altri

433



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 434

Brano: [...]alle Brigate nere capeggiate dal colonnello Zuccaro. Le forze fasciste non ebbero mai ragione di quelle partigiane e lejformazion^, quantunque accerchiate, riuscirono persino a ricevere alcuni aviolanci. Inoltre, tutte le brigate della media e della bassa valle, attaccando la « Tagliamento » alle spalle, la impegnarono seriamente con azioni di guerriglia e di sabotaggio, infliggendole ingentissime perdite in uomini e materiale.

La divisione « Tito Speri » ebbe i suoi organi di stampa: Il Ribelle, Piccolo Ribelle e Valle Camonica ribelle. La forza numerica della divisione, articolata su cinque brigate, fu di 971 uomini. I caduti furono 134, i feriti 96, gli invalidi 10. Durante la sua attività catturò 313 prigionieri nazifascisti, ai quali si aggiunsero i 1.139 del periodo insurrezionale. Gli Alleati giunsero nella valle a maggio inoltrato, quando da tempo essa era stata liberata. Furono proposte, per i combattenti della divisione, 18 medaglie d’oro, 70 d’argento, 70 di bronzo e 100 croci di guèrra.

Gli Alleati riconobbero che la Divisione[...]

[...]u di 971 uomini. I caduti furono 134, i feriti 96, gli invalidi 10. Durante la sua attività catturò 313 prigionieri nazifascisti, ai quali si aggiunsero i 1.139 del periodo insurrezionale. Gli Alleati giunsero nella valle a maggio inoltrato, quando da tempo essa era stata liberata. Furono proposte, per i combattenti della divisione, 18 medaglie d’oro, 70 d’argento, 70 di bronzo e 100 croci di guèrra.

Gli Alleati riconobbero che la Divisione « Tito Speri » era da considerarsi solida, seria, efficiente.

G.Ma.

Campagnola, Eccidi di

Due rappresaglie furono consumate dai nazifascisti a Campagnola, un comune di circa 5.000 abitanti in provincia di Reggio Emilia. La prima avvenne il 7.10.1944, in risposta all’audace azione di un gruppo di gappisti che aveva disarmato senza colpo ferire il locale presidio delle Brigate nere: fascisti e mongoli, provenienti da Novellala, bloccarono nel pomeriggio le strade del villaggio, catturarono Pietro Battini, di anni 64, e suo figlio Livio e li fucilarono dopo aver dato fuoco alla loro casa.

La seco[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 594

Brano: [...]goni, Carlo Dell’Agostino e Silvio Molé (estratto a sorte in alternativa al fratello!). L’8 aprile, sempre in esecuzione dell’ambizioso progetto di Pavolini di liberare la strada da Tirano fino a Bormio, reparti fascisti occuparono le località di Sernio, Lovere, Mazzo e Tovo nel fondovalle, attestandosi all’altezza del ponte di Mazzo. Il 10 aprile fu la volta del Mortirolo nell’alta vai Camonica, controllato dalle “Fiamme verdi” della Divisione “Tito Speri” (Azione Mughetto). Al rastrellamento parteciparono la Divisione fascista “Tagliamento”, comandata dal colonnello Merico Zuccari e specializzata in operazioni antiguerriglia, nonché reparti di S.S. italiane con l’appoggio deH’artiglieria tedesca. Alia battaglia del Mortirolo parteciparono anche i partigiani dell’alta

Valtellina: la Brigata Autonoma “Gufi” sferrò un attacco sui dossi di Mazzo e Tovo, mentre il 2° Battaglione della Brigata “Mortirolo”, per alleggerire la pressione nemica, aprì il fuoco sulle postazioni fasciste di Roncale (le cui case e baite furono in seguito incendiate per[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 28

Brano: [...] Bologna, per metterle al corrente a nome degli Alleati che l’offensiva era rimandata.

Felicemente compiuto anche questo incarico e tornato a Siena presso

il Comando alleato, ne ripartì in aereo la notte del 4.4.1945 con la sua quarta Missione (Team Grape Il/Radio Finch), insieme al radiotelegrafista Capparini, per essere questa volta paracadutato nella zona di Mortirolo (v.), nell’alta valle Camonica, dove operava la Brigata Fiamme Verdi “Tito Speri”; il compito era di raccogliere e trasmettere al Comando Alleato tutte le informazioni militari utili a impedire che i tedeschi, risalendo quelle vallate nella loro ritirata, potessero arroccarsi come era nei loro progetti. Con il precipitare delle operazioni militari la Missione partecipò ai duri combattimenti locali, tanto che Capparini rimase anche ferito. Tassinari si trattenne presso il Comando di brigata fino al 20 maggio, come rappresentante ufficiale degli Alleati. Successivamente rientrò a Siena, dove rifiutò una proposta di essere decorato dallo Stato italiano (ancora monarchico), m[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 268

Brano: [...]ia. Da qui non fece mai più ritorno e si ignorano le circostanze della sua morte.

B.Sa.

Valagussa, Giovanni

N. a Lomagna (Como) il 16.7.1904; fabbro.

Membro di un’organizzazione comunista clandestina attiva nel Milanese, l’1.7.1938 fu arrestato durante una riunione a Vimercate. Deferito al Tribunale speciale, il 12.5.1939 fu condannato a 5 anni di reclusione.

Valcamonica Libera

Sottotitolo: Organo della Divisione Fiamme Verdi <(Tito Speri* Dedicato ai Ribelli della Libertà. Settimanale pubblicato dall’aprile 1945 al giugno 1946, come prosecuzione del bollettino ciclostilato Valcamonica Ribelle, del quale erano usciti clandestinamente 5 numeri nei mesi precedenti la Liberazione.

Durante la lotta partigiana, “Valcamonica Ribelle” aveva dato spazio soprattutto alla cronaca delle operazioni belliche e all’illustrazione delle finalità proprie delle formazioni Fiamme Verdi (v.).

“Valcamonica Libera”, stampato presso la tipografia Camuna in Bre

V alcarnonica Libera

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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 292

Brano: [...] quale sarà comandante) un’audace e discussa strategia d’attacco, fu Dionisio Gambaruto (Nicola, Diego) ; con lui si collegò più tardi Pietro Porchera [Tiberio), operante nella nativa Valchiavenna, dove assumerà il comando della 90a Brigata Garibaldi “Zampiero”.

Le Fiamme Verdi

Invece nella media e alta Valtellina, in comunicazione con la Valcamonica attraverso i passi dell’Aprica e del Gavia, i partigiani ebbero contatto con la Divisione “Tito Speri” delle Fiamme Verdi, dirette da ufficiali dell'esercito e legate alla Democrazia cristiana (v. Camonica, Valle e Seriana, Valle).

Inoltre, la presenza di diverse centrali idroelettriche, soprattutto della A.E.M. milanese, attirò sulla zona l’attenzione della Società Edison (v.), interessata a collaborare con il C.L.N.A.I. per la difesa armata di quegli impianti. Plinio Corti e Cesare Marelli (due antifascisti legati a Ferruccio Par ri) organizzarono quindi le formazioni sparse della media ed alta valle, il primo unificandole nella I Divisione Alpina G.L. “Valtellina”, il secondo assumendo [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 293

Brano: [...]ati, contatto assicurato particolarmente da Piero Fojanini. I numerosi lanci alleati del 1945 furono infatti il risultato di una tenace opera di pressione e persuasione esercitata dai rifugiati in Svizzera.

La Liberazione

Nella primavera del 1945 le formazioni dell’alta valle, dopo aver chiuso al transito le vie dell’Aprica e dello Stelvio con azioni di sabotaggio, assunsero uno schieramento difensivo, in stretto contatto con la Divisione “Tito Speri” della Valcamonica, dalla zona di Sondalo a Fraele (soora Bormio), sia per bloccare un eventuale tentativo nazifascista di portarsi dal centro verso la parte alta della valle, sia nella direzione opposta, per fronteggiare una possibile offensiva tedesca dal

lo Stelvio. Contemporaneamente le formazioni controllavano i principali impianti idroelettrici: quelli di Fraelelsolaccia erano presidiati dalla 1a Briqata “Stelvio”; quelli di GrosottoGrosio dalla Brigata “Mortirolo”; quelli di Stazzona da distaccamenti della “Gufi” e della S.A.P. di Tirano e Villa di Tirano; infine quelli di Venina da[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 357

Brano: [...]i politiche e sociali, ma quando gli abusi dei militari andarono oltre il limite non esitò a rivoltarsi fieramente, dando vita a quei moti popolari conosciuti come “Pasque veronesi” (17.4.1797).

Il ritorno sotto il dominio austriaco alimentò più che mai un forte spirito di indipendenza, con momenti alti di lotta segnati dal sacrificio dei 5 Martiri di Belfiore, cui fecero seguito altre impiccagioni di patrioti, dal prete don Giovanni Grioli a Tito Speri e a Pier Fortunato Calvi. Tra i volontari accorsi a combattere nelle file di Garibaldi non mancarono i veronesi e un forte movimento popolare partecipò alla lotta per l’indipendenza fino all’annessione al Regno d’Italia (1866).

Movimento operaio

Con la nascita delle industrie meccaniche e tessili comparvero anche a Verona i primi circoli operai, le scuole serali, le cooperative, fino alla comparsa del Partito socialista, alla cui fondazione a Genova (1892) partecipò fra gli altri il veronese Simplicio Ca bianca (i cui 3 figli Ottavio, Leonida e Sergio cadranno lottando contro il fascism[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 464

Brano: [...]a di liberazione, si ebbero temporanee “tregue d'armi” fra gruppi di partigiani e Comandi tedeschi loca

li. Tra i pochi casi del genere, stigmatizzati dal Comando generale del C.V.L., furono quelli verificatisi nel Bresciano e nel Bergamasco.

Nella Valcamonica

Le formazioni delle “Fiamme verdi” della valle Camonica (v.) ottennero due “zone franche”: una nei dintorni di Edolo e l'altra nella media valle.

Il Bollettino della Divisione “Tito Speri” riportava nei seguenti termini, il 10.8.1944, una sintetica cronaca delle modalità e dei contenuti del patto che era stato stipulato all'indomani di un conflitto a fuoco, nel quale un partigiano era caduto e quattro soldati tedeschi erano rimasti feriti:

« In seguito allo scontro si è avuto un abboccamento tra il Comandante Tedesco di Edolo e il Comandante di una nostra brigata in luogo. Dopo aver deposto le armi ed essersi scusati di essere venuti all'incontro armati, i tedeschi sono venuti ad un accordo che: 1) Stabilisce modalità per

10 scambio di ostaggi e prigionieri; 2) Riconosce[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 592

Brano: [...]ci (v. Antisabotaggio). Decisivo, a questo riguardo, fin dal marzo 1944 fu l'arrivo di Cesare Marelli legato a Ferruccio Par ri come lo era l’avvocato Plinio Corti [Ulisse). Soprattutto all’iniziativa di quest'ultimo risalì, in agosto, la costituzione della I Divisione Alpina Valtellina “G.L.”. Ne rimasero fuori le formazioni garibaldine della bassa valle e due piccoli gruppi della zona di Aprica e Villa di Tirano, qià inquadrati nella Dvisione “Tito Speri” delle “Fiamme verdi”. Corti assunse il ruolo di commissario politico della nuova Divisione e il capitano Giuseppe Motta [Camillo), di origine valtellinese, quello di comandante. L'in

tento di Corti era di centralizzare i numerosi gruppetti sorti spontaneamente nella zona, per indirizzarli alla più efficace tutela degli impianti idroelettrici, avviando nel contempo un processo di politicizzazione di tipo “giellista”, che per altro non raggiunse grandi risultati.

Quanto a Marelli, dopo avere assunto in agosto il comando di tutte le formazioni del Bormiese, della Valfurva, di Valdisotto e[...]


successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Tito Speri, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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